Era passato
un mese e mezzo da quando i nostri amici avevano compiuto la loro ultima
missione, iniziava il mese del Risveglio il clima era più mite ed
il sole cominciava a riscaldare i corpi, quando Ghoom, Roy, Xavier ed Ashanti
ricevettero una lettera, che gli veniva inviata da Ulfius, Kiros e Bubba
che riportava: Raggiungici tra quindici giorni alla città di Turrok
, ci troveremo alla locanda Del Corvo Cieco.
Così
fu, si incontrarono a Turrok nella locanda Del Corvo Cieco, dove Ulfius
gli raccontò di una avventura che aveva compiuto con Kiros e che
lo aveva successivamente portato in questa città.
Turrok
era una nuova città in via di espansione, sita sul fiume Svipdagr,
aveva ricchi traffici commerciali e il commercio, si sa, porta denaro ed
il denaro porta banditi.
Dove ci
sono banditi e ladri c’è bisogno di mercenari, e così la
piccola città sembrava prepararsi ad una battaglia senza fine, soldati
e mercenari marciavano per le strade, navi cariche di armi e di provviste
ormeggiavano e salpavano giorno e notte.
Qui chiunque
fosse stato in grado di usare un’arma e avesse voluto fare del denaro,
avrebbe trovato sicuramente un lavoro, più o meno onesto.
Poteva,
quindi, essere il posto giusto anche per chi come Ghoom e compagni cercava
avventura.
Tornando
ai nostri amici, si erano trovati in locanda, appunto, dove Ulfius gli
Kiros gli avevano raccontato della loro avventura, nella quale si erano
trovati a dover trovare e recuperare il tesoro, rubato molti anni prima,
di una piccola cittadina nei pressi di Turrok.
Durante
quell’avventura trovarono molti oggetti che da alcuni vengono definiti
magici, anche se tutti sanno che la magia non esiste, e dopo averli fatti
vedere al gruppo li divisero con loro, certi che sarebbero stati utili
per lo svolgimento di altre avventure.
Aspettarono
che venisse sera e che la locanda si riempisse per vedere di recuperare
un qualche incarico.
Fu la sorte
a far giungere alle loro orecchie una discussione tra una donna Guerriera
ed uno Stregone, che poteva essere di loro interesse.
Pareva,
infatti, che il gruppo di questa donna, scoprirono in seguito essere Xelia
uno dei mercenari più famosi in quelle zone, avesse preso due lavori
contemporaneamente; così i nostri amici si offrirono di svolgere
uno dei due compiti per loro.
La missione
era facile, scortare un gruppo di contadini, circa centocinquanta persone,
dalla città di Turrok ad una zona oltre le colline a circa quattro
giorni di cammino.
Sarebbe
meglio dire, la missione sembrava facile, infatti dopo essere riusciti
a difendersi da ben due attacchi di Bugbear ed Hobgoblin, uno notturno
e l’altro di giorno durante la marcia, la seconda notte vennero attaccati
e colti misteriosamente di sorpresa da un gruppo di oltre sessanta di queste
creature che ebbero il sopravvento e che si allontanarono dal campo dopo
aver rapito o ucciso più della metà dei contadini.
Il vecchio
capo carovana, salvato da morte certa dalle cure magiche di Ulfius, chiese
ai nostri avventurieri di compiere un’altra missione per lui, visto che
la prima non sembrava essere andata nel modo giusto; trovare il covo di
questi banditi in modo da poter recuperare le persone scomparse ancora
vive.
Ghoom e
compagnia decisero, dopo lunghe discussioni, di affrontare questa nuova
missione.
Dopo aver
dormito, nascosti tra i cadaveri per evitare ulteriori imboscate, ed aver
riposato partirono seguendo quella che a loro avviso era la strada dalla
quale era arrivata l’orda che gli aveva assaliti durante la notte.
Lungo il
cammino attraverso la boscaglia, su per le colline, incontrarono varie
pattuglie di Hobgoblin che prontamente venivano eliminate una dopo l’altra;
la strada sembrava essere proprio questa, considerando il numero di pattuglie
incontrate.
Arrivò
poi la sera e mentre i compagni preparavano il campo Ashanti, sfruttando
le doti di mimetismo del suo mantello degli Elfi, decise di fare un giro
di ricognizione intorno alla zona in cui si erano formati.
Quando
tornò riferì al gruppo di aver individuato un assembramento
di creature, forse un campo, a circa un chilometro da dove erano loro posto
in una radura appena fuori dalla boscaglia nei pressi di una parete rocciosa
molto alta, non sapeva dire quanti fossero, ma sicuramente non erano pochi.
La notte
passò tranquilla se non fosse per l’incontro con due sfortunati
orsi neri che invece di trovare del cibo, divennero cibo.
Il mattino
seguente, mentre Ghoom e Ulfius pregavano e Roy studiava, Ashanti decise
di tornare dove aveva visto il campo la sera prima, e ciò che vide
non fu molto rincuorante; infatti, nel momento in cui arrivò nei
pressi della radura vide un grosso macigno spostarsi, aprendo così
un ingresso nella montagna, e uscire da una caverna varie creature e umani
tra cui Bugbear, Goblin, Maghi, Sacerdoti e strane creature umanoidi a
cavallo veramente orribili per un totale di circa trecento unità,
un piccolo esercito.
Dopo essere
tornata al campo e aver riferito, i nostri eroi, decisero di andare sul
posto e cercare di entrare li dove sembrava esserci il covo di questa orda
di umanoidi, pensando che se ne erano usciti quasi trecento forse all’interno
non ve ne erano rimasti molti.
Arrivarono
senza problemi la dove Ashanti aveva visto uscire l’orda, il luogo era
molto strano: vi era una radura in sabbia che si estendeva per circa centocinquanta
metri dal limitare del bosco ad un costone altissimo di una montagna, dei
grossi macigni, resti di una frana giacevano, in linea semi retta a circa
cinquanta metri dal costone, quasi a fare da barriera, degli eventuali
frammenti più piccoli della frana non vi era traccia, come se fossero
stati rimossi.
Aspettandosi
una trappola mandarono Ashanti col suo bel mantello a fare un giro di perlustrazione
ed a cercare l’ingresso della caverna; al suo ritorno mentre riferiva quello
che aveva visto non si sa per quale strano motivo Bubba da buon barbaro
uscì allo scoperto e andò verso le rocce, poi dopo aver ucciso
quattro Bugbear, senza che nessuno se ne accorgesse, chiamò il gruppo
con un gesto della mano e uno dei suoi versi bestiali.
Raggiunsero,
così, l’ingresso della caverna dalla quale non proveniva la benché
minima fonte di luce, quindi Ghoom fatto un bel "Hey" con il suo nanesco
vocione ed utilizzata la sua capacità dell’esame della risonanza
aspettò il ritorno dell’eco per definire la grandezza ed la forma
della grotta; stabilì, quindi, che la grotta si diramava in numerosi
cunicoli quasi a formare un labirinto, che presentava svariate stanza,
che verso destra dopo qualche centinaio di metri vi era dell’acqua e che
la caverna era grossa, molto grossa.
Fatto questo
entrarono in gruppo al buio, utilizzando l’infravisione, fino che arrivati
ad un bivio Ghoom esclamò "Qui c’è qualcosa che non va!?"
e, scese due grosse pareti segrete ai loro lati, otto creature umanoidi
veramente deformi, Gith, li attaccarono e morirono senza troppa fatica,
l’ingresso era stato violato, ora bisognava procedere velocemente prima
del rientro delle truppe uscite.
Così
fecero, velocemente esplorarono tutta la fortezza trovando poca resistenza:
qualche Goblin, qualche Hobgoblin e alcuni di quei esseri incontrati all’ingresso
per la prima volta nella loro breve vita, i Gith.
Non vi
erano tracce delle persone rapite ed ormai, passati due giorni, avevano
esplorato l’intera fortezza, che fare?
Forse le
truppe che avevano visto si erano portati via tutti i prigionieri per trasferirsi
in una fortezza più sicura, forse li avevano uccisi tutti?
Purtroppo
non vi era risposta alle domande dei nostri amici, che decisero non sapendo
che fare di tornare verso la città e riferire quello che avevano
visto e trovato alla guarnigione locale.
Quando
arrivarono all’uscita della caverna era ormai sera ed un grande temporale
si stava per abbattere su di loro, facendogli prendere la decisione di
dormire nella caverna per una sera ancora.
La mattina
seguente sotto ad una pioggia persistente si diressero verso il villaggio
più vicino ed unico loro punto sicuro di riferimento, Turrok.
E così
senza gloria e senza fama, sulla strada per Turrok, finì questa
loro poco fortunata avventura.
|
|
|