Il sentiero
che stavano percorrendo i nostri avventurieri veniva chiamato Tethyamar
trail, attraversava da nord a sud le terre di Shadow Dale passando sul
fiume Ashaba per mezzo del ponte dei Serpenti per poi proseguire verso
la cittadina di Dagger Falls passando alla sinistra delle Dagger Hills.
Il tempo
era buono e lo spirito forte, la foresta di Spiderhaunt era ormai alle
loro spalle e le avventure dei giorni precedenti erano ormai un ricordo
del passato.
All’improvviso
la tranquillità fu interrotta da una voce che urlando diceva "Carica!!!",
poi da dietro un dosso, una dozzina di cavalieri con vessilli Zenthiani,
sbucarono e con le loro lance da cavallo scintillanti caricarono i nostri
amici; alle spalle dei cavalieri una figura ormai nota: Ilthond.
Le lance
si fermarono sulle armature dei nostri compagni, e la battaglia iniziò;
il suono del ferro contro il ferro e le scintille riempivano l’aria, i
gridi di guerra coprivano i normali suoni della natura circostante ed il
sangue correva lungo il campo di combattimento.
Poi una
volta eliminato il problema soldati uno sguardo la dove era Ilthond ma
egli non vi era più.
Perquisiti
i cadaveri ed i loro cavalli scoprirono nelle loro borse da sella che avevano
razioni di cibo per una settimana e due cambi di vestiti, ne dedussero
che il loro campo doveva trovarsi distante o che sarebbero rimasti fuori
allungo. Continuarono, così, al galoppo per la loro strada fino
a quando il cielo sopra di loro fu tagliato da una palla di fuoco che cadde
non molto distante da loro su di una roccia facendola esplodere in centinaia
di proiettili incandescenti e creando un cratere di qualche metro.
Avvicinandosi
ad esso cautamente scoprirono che al centro vi era una bottiglia nera decorata
in oro con una grossa crepa laterale; dopo averla toccata con un bastone
dalla crepa uscì un’alta colonna di fumo che si trasformò
in una creatura alta circa dieci metri con lapilli di fuoco tutti intorno
che esclamò "Finalmente libero".
La creatura
disse di volersi vendicare e di voler uccidere il suo maestro e chiunque
si fosse messo sulla sua strada, il messaggio era abbastanza chiaro, non
credete?
Così
dopo una lunga discussione con Roy, che cercava di convincerlo a seguirli,
l’Efreeti svanì nel nulla vaporizzandosi.
La strada
era lunga e non vi era tempo da perdere quindi spronati i cavalli proseguirono
verso il ponte dei Serpenti loro prossima tappa.
Li vi era
ad attenderli un solido ponte di pietra con scolpiti sui due fianchi centinaia
di serpenti aggrovigliati, avvicinatisi ad esso videro sulla sponda opposta
tra la boscaglia una creatura dalle fattezze animali che suonò una
specie di tromba il cui suono fu seguito da una pioggia di frecce che si
abbatté sul gruppo.
Dovevano
trovare un riparo e l’unica soluzione era andare nella direzione delle
frecce dove si trovavano delle rocce; arrivati sulla sponda opposta in
prossimità delle rocce gli arcieri uscirono allo scoperto impugnando
delle spade lunghe, erano degli Hobgoblin e non durarono molto, nonostante
le ferite subite dai nostri amici a causa delle frecce giunte a segno.
Li, in
quel preciso momento, accadde una cosa molto strana: Bubba in un comune
molto rozzo si rivolse al gruppo e disse "Io me ne vado", e così
fece, se ne andò per non ritornare probabilmente mai più.
Un grosso
punto interrogativo apparse sulla testa di tutti sospeso nel nulla.
Mentre,
nascosti dalle rocce, perquisivano i cadaveri sentirono arrivare, dalla
direzione opposte a quelle dalla quale era giunti loro, delle persone a
cavallo una delle quali urlò "Bunter ... Bunter ... Bunter maledetto
Hobgoblin dove diavolo sei finito!" poi dopo qualche instante disse "Compagnia,
Alt!".
Roy, sportosi
dalle rocce, vide che quelli che erano appena arrivati non erano
altro che Zenthiani e che uno di essi stava avanzando nella loro direzione,
bisognava prepararsi al combattimento.
La battaglia
fu cruenta, e mentre erano nel vivo del combattimento videro arrivare al
galoppo un umano in armatura ad anelli che maneggiando una spada lunga
colpì ed uccise uno degli Zenthiani alle spalle, poi continuò
a combattere al loro fianco.
Finita
la lotta l’umano si presentò come Kmo-Or-Gaal un guerriero che lottava
contro le forze Zenthiane e che, se il loro scopo fosse stato il medesimo,
avrebbe combattuto al loro fianco.
La persona
aveva dato impressioni diverse agli appartenenti del gruppo, infatti, mentre
i tre nani erano diffidenti il resto del gruppo provava per lui una certa
simpatia, così dopo un breve scambio di opinioni decisero di riprendere
la marcia in direzione di Dagger Falls in compagnia del guerriero appena
conosciuto.
Dopo solo
tre ore incontrarono l’ennesimo gruppo di soldati e per l’ennesima volta
fu battaglia, anche questa volta Kmo-Or-Gaal si distinse per l’ottimo stile
di combattimento e rafforzò la fiducia verso i nostri avventurieri.
Erano ormai
le tre quando vennero avvicinati da uno strano gruppo di cavalieri, che
indossavano armature a maglia senza vessilli, capeggiati da una donna sprovvista
di armatura, la quale avvicinatasi a loro si presentò "Salve, sono
il Capitano Dunmark Mestin, leader dei cavalieri liberi; per chi non dovesse
saperlo siamo una grossa spina nel fianco degli Zenthiani"; poi, gli spiegò
di essere stata mandata dal capitano Ariton Delmis per scortarli al loro
campo per dargli delle interessanti notizie.
Attraversarono
le Dagger Hills per giungere verso le nove di sera ad una radura erbosa,
proprio nel mezzo delle colline, sulla quale vi erano situate centinaia
di tende e persone impegnate in diverse occupazioni, dalla riparazione
di armature al cucinare o al chiacchierare.
Giunti
al centro del villaggio entrarono, seguendo Dunmark, nella tenda dove si
trovava solo una scala che discendeva da un buco sul pavimento per circa
dieci metri per poi sbucare in un’ampia stanza piena di tavoli, sedie,
mappe sui muri e cavalieri liberi.
Il puzzo
di terra, sudore e pelle ammuffita era fortissimo ed un uomo di mezza età
stava indicando con il dito un punto su di una cartina appesa al muro,
appena, vide la donna zigzagando tra le persone la raggiunse e con un grosso
colpo sulla spalla le disse "Ciao Mestin, vedo che sei riuscita a portarceli...
Brava!".
Egli si
presentò come Ariton Delmis comandante temporaneo dei cavalieri
liberi e si disse molto fiero di conoscere chi stava cercando di liberare
Randal Morn, ma che vi erano nuove cose da sapere.
Qualche
giorno prima un altro capitano era stato rapito un certo Koril Benshay
e loro erano disposti a pagare cinquecento monete d’oro per il suo recupero,
ma cosa più importante avevano bisogno del gruppo per sapere su
quante forze potevano contare gli Zenthiani a Dagger Falls, perché
entro quattro giorni lui ed i suoi uomini l’avrebbero attaccata per renderla
nuovamente una città libera.
La missione
era tutt’altro che facile ma di primaria importanza, infatti, i loro
scout avevano individuato nelle vicinanze della Border Forest un numero
elevato di orchi, circa duecentocinquanta, capitanati da diversi maghi
Zenthiani, quindi, bisognava intervenire prima che le forze nemiche avessero
potuto unirsi e diventare imbattibili.
Potevano
i nostri eroi tirarsi indietro?
Esatto,
rifiutarono.
A parte
gli scherzi, senza indugiare i nostri compagni accettarono la missione
e chiesero quando era possibile partire, così, Ariton dopo aver
curato con la sola imposizione delle mani alcune ferite dei nostri giovani
amici gli assegnò una tenda ed augurandogli la buona notte gli rispose
"Domani all’alba, dopo una buona dormita!".
La mattina
seguente, i nostri amici, prima di partire per Dagger Falls dove avevano,
a questo punto, varie missioni da compiere andarono da Delmis per avere
qualche informazione in più su dove stavano andando.
Delmis
si mostrò molto felice di poterli aiutare e quando gli chiesero
dove potevano alloggiare in città gli rispose che in città
vi erano due locande: la prima "Teshford Arms" era gestita da un certo
Olav l’ex contestabile della città e ora simpatizzante degli Zenthiani,
la seconda "Red Rock" gestita invece da una certa Kessla simpatizzante
dei
Cavalieri liberi, la cui locanda per questo motivo era frequentemente fracassata
e visitata da Zenthiani in cerca di ribelli.
Detto ciò
partirono, lungo il percorso per arrivare nuovamente sul Tethyamar trail,
attraverso le Dagger Hills, vennero colti di sorpresa dall’ennesima imboscata;
altri Hobgoblin nascosti dietro ad alcune rocce fecero piovere una trentina
di frecce sulle loro teste.
Durante
l’attacco Roy fu colpito da una freccia che non si sa per quale motivo
non gli inflisse alcun danno, mentre gli altri sventurati compagni che
vennero colpiti subirono delle ferite; alcune frecce colpirono a morte
i cavalli di Roy e Ashanti ed azzopparono quello di Ulfius, con spettacolari
conseguenze per gli sfortunati cavalieri.
La battaglia,
come al solito, non durò molto ed dal controllo dei cadaveri ne
risultò che questi erano facenti parte di un qualche esercito il
cui simbolo era una montagna colpita da un pugno e non il solito stemma
Zenthiano.
Comunque,
non vi era tempo da perdere, considerando anche il fatto che ora vi erano
due compagni a piedi ed uno con il cavallo zoppo.
La Fortuna
volle che sulla loro strada, quando era già pomeriggio, incontrarono
un gruppo di Cavalieri liberi che, sentite la loro storia ed la loro missione,
si offrirono di dargli due cavalli cosicché potessero arrivare al
più presto a Dagger Falls; ringraziati i Cavalieri spronarono le
loro montature e ripartirono veloci come il vento.
Giunsero
a sera a Dagger Falls, dividendosi in due gruppi come avevano già
deciso: i nani ed il resto del mondo.
Le strade
erano buie e le prime luci che videro erano quelle di una locanda la cui
insegna riportava "Teshford Arms", era la locanda dell’ex contestabile;
dopo un breve consulto decisero di entrarvi per vedere che aria tirava.
A parte
il fatto che fosse piena di soldati Zenthiani e di brutti ceffi, e che,
cibo e bevande fossero cari e schifosi non riuscirono a scoprire null’altro;
quindi, dopo circa un’ora decisero di uscire e di cercare la locanda chiamata
"Red Rock".
Seguendo
la strada che costeggiava le mura esterne della città giunsero,
proseguendo verso nord, ad un’altra struttura illuminata dalla quale giungevano
suoni e odori tipici di una locanda; arrivati nei pressi di questa, videro
che la struttura in legno era alquanto malandata, forse addirittura pericolante,
parti di essa portavano il segno del fuoco ed una insegna scricchiolante
e un po’ storta riportava "Red Rock".
L’ambiente
era decisamente migliore, le persone che vi erano in locanda avevano volti
più sereni e umani e solo un tavolo era occupato da soldati Zenthiani
per la precisione quattro, dietro ad un grosso banco di legno non troppo
solido vi era una donna dai bei lineamenti e dall’aspetto fiero, "Buona
sera avventori, sono Kessla, la proprietaria di questa accogliente locanda,
come posso aiutarvi?", un’accoglienza eccellente direi.
Qui si
sentivano più sicuri, più tra amici; decisero allora di rilassarsi
un po’ e di chiacchierare con la oste, quando all’improvviso una
mano allontanò con forza Kmo-Or-Gaal dal banco, il quale giratosi
di scatto vide un soldato Zenthiano che rivolgendosi a lui urlò
"Fuori di qui schifosa feccia!", poi altri tre si avvicinarono al resto
del gruppo e quello che ne segui credo lo sappiate.
Caduto
l’ultimo soldato Kessla preoccupata rivolgendosi al gruppo gli disse di
seguirla nel retro per far sparire i cadaveri prima che potessero essere
visti da altre guardie, così, scaraventati i corpi nelle cantine
tornarono nella sala principale dove, tutti gli avventori andavano avanti
a bere come se nulla fosse accaduto.
La locandiera
gli spiegò che questo accadeva tutte le sere e che era stato un
caso fossero andati proprio da loro, inoltre, sempre un caso era il fatto
che a essere sconfitti fossero stati gli Zenthiani.
Era ora
di andare a dormire, così, prese due stanze separate, per mantenere
fede al loro piano che li vedeva come due gruppi separati, si diressero
verso le loro stanze.
La notte
passò tranquillamente a parte il fatto che verso l’una e mezza furono
svegliati da rumori di zuffa provenienti dalla sala principale della locanda
e andati a controllare videro due guardie che trascinavano un avventore
fuori dalla locanda.
Il sole
filtrò dalle finestre e illuminando le loro palpebre fece aprire
lentamente i loro occhi, era l’alba ed era ora di iniziare la missione,
andare in città ed stabilire quanti soldati vi fossero per poi riferirlo
a Dulwar il pellaio.
Si diressero
subito in due gruppi a circa cento metri l’uno dall’altro verso l’ingresso
nord della città, il primo gruppo riuscì a passare senza
problemi mentre al gruppo dei nani accadde qualcosa; l’ingresso nord, infatti,
era sorvegliato da Orchi che appena videro i tre nani li fermarono, "Grunt...
Merde di nani dove pensate di andare?" così dicendo una delle guardie
si avvicinò a loro, la situazione era critica, i nostri due Vendicatore
sentitisi insultare da un Orco incominciarono ad andare in escandescenza
e mentre Ghoom addentando il suo scudo riuscì a calmarsi subito
Ulfius ci mise ben cinque minuti.
Cinque
minuti di panico generale perché gli insulti da ambo le parti viaggiavano
alla velocità della luce, poi la guardia alterata entrò nella
torre, facendoli aspettare fuori, per poi uscire con quello che sembrava
essere il loro capo.
Il sergente
chiese loro di pagare un pedaggio di ben quindici monete d’oro e dopo una
breve discussione chiese a Ulfius di seguirlo all’interno della torre di
guardia per discutere certe cose ordinando, poi, a due guardie di scortarlo
(se prima la situazione era solo critica ora eravamo almeno a Defcon quattro
ed il presidente si trovava sicuramente già sull’Air Force One);
era il momento che qualcuno facesse qualcosa, così, Roy da dove
si trovava richiamò l’attenzione del sergente poi gli chiese se
fosse stato possibile avvicinarsi a lui per dirgli una cosa importate e
arrivato a distanza ravvicinata dopo aver lanciato l’incantesimo Ipnosi
gli disse "Credo sia meglio lasciar libero quel nano, penso sarebbe pericoloso
farlo entrare nella torre!", al che il sergente rivolgendosi ai due soldati
che scortavano Ulfius gli disse di liberare il prigioniero.
La situazione
era tornata normale se così si può dire.
Proseguirono
la loro passeggiata in città trovando la cittadella interna con
le carceri, i dormitori dei soldati e la torre di Ilthond, l’ingresso est
dove vi era un’altra torre di guardia, i magazzini generali pattugliati
da trentacinque soldati dove si vendevano armi e schiavi, una taverna chiamata
"Broken Dagger" piena di Zenthiani, ed infine il mercato.
Al mercato
mentre facevano alcuni acquisti videro un uomo legato con dei ceppi ad
un palo in condizioni a dir poco orribili, i vestiti erano lacerati da
quelle che sembravano frustate, il sangue copriva gran parte del suo corpo,
il viso era pallido e asciutto, dalla bocca usciva bava e la testa pendeva
senza peso verso il basso.
Ghoom si
avvicino all’uomo e posate le sue mani su di esso recitò una preghiera
alla fine della quale l’uomo alzando la testa gli disse "Grazie nano!"
poi continuò dicendogli di chiamarsi Calmion Brendis e che qualche
giorno prima tentò con alcuni uomini di salvare Randal Morn, purtroppo
furono catturati e uccisi tutti, lui invece venne torturato e lasciato
nella piazza legato come un cane per essere da monito alla gente.
Ghoom gli
disse che da li a poco sarebbe tornato ad essere un uomo libero, doveva
solo avere la forza di resistere alle sofferenze e alla Morte per qualche
giorno o forse solo qualche ora, poi mentre Ghoom si stava allontanando
Calmion disse "Devo morire al fianco di Randal Morn. Non riesco ad immaginare
un compagno più onorevole per la morte.".
Bene, era
ormai pomeriggio inoltrato e dalla loro perlustrazione erano riusciti a
stabilire il numero approssimativo di soldati presenti in città,
circa duecento secondo i loro calcoli: trentaquattro per torre di guardia,
trentacinque ai magazzini generali, una cinquantina nella cittadella ed
un’altra cinquantina sparsi per la città.
Era ora
di andare al negozio di Dulwar per riportagli le informazioni, così,
si diressero verso l’ingresso est per evitare gli Orchi a nord, per poi
trovarsi di fronte al pellaio.
Kmo-Or-Gaal
e Xavier rimasero all’esterno di guardia, Ulfius all’interno sulla porta
e gli altri si diressero verso il bancone di questo bel negozio, pieno
di ogni genere di prodotto in pelle rifiniti in modo superlativo, dove
un anziano uomo seduto ad un bancone stava riparando un paio di stivali,
il quale appena li vide li salutò calorosamente chiedendogli in
cosa poteva essergli utile, "Se é pelle che cercate siete nel posto
giusto!" gli disse.
I nostri
compagni gli spiegarono chi erano e gli riferirono tutto ciò che
erano riusciti a scoprire raccomandandogli di far pervenire le informazioni
a Delmis al più presto possibile; Dulwar ringraziò gli eroici
avventurieri per il servizio reso alla ribellione poi gli disse di non
preoccuparsi e che le informazioni sarebbero giunte al capitano Ariton
Delmis in un lampo.
Così
dopo che Roy acquistò una borsa da cintura per passare inosservato
uscirono dal negozio e riferirono a
Kmo-Or-Gaal e Xavier quello che si erano detti con Dulwar; proprio in quel
momento, mentre stavano parlando, come dal nulla apparvero decine e decine
di soldati, una quarantina armati di balestre si misero di fronte a loro
a semi cerchio una dozzina di arcieri apparve sui tetti delle case attorno
a loro ed un uomo con lineamenti orcheschi, un mezzorco per l’appunto,
si fece avanti dicendo "Siete in arresto, possiamo farlo in due modi. Il
pacifico, senza sangue, potrebbe essere quello di posare le armi e di sdraiarvi
faccia a terra nel fango. Io... consiglio questo come vostra migliore soluzione."
Merda!!!
Non sapevano
cosa fare, arrendersi da codardi o morire da eroi; poi dopo qualche secondo
il mezzorco alzò la mano al cielo e disse "Vi do dieci secondi",
dieci squallidi secondi per decidere quale soluzione fosse la migliore.
Le armi
caddero a terra e loro si sdraiarono sul fango, poi dei soldati si avvicinarono
a loro gli misero dei ceppi alle mani e li condussero su di un carro che
percorrendo tutta la città li portò alle prigioni.
Qui una
volta scesi dal carro e condotti, con addosso solo vestiti ed armature,
all’interno di una stanza del quartier generale vennero legati con delle
catene ad una grossa asse di legno agganciata con barre di ferro al muro,
poi, un uomo passò e con una lama gli fece una piccola incisione
nella carne ad ognuno di loro, qualche secondo dopo la stanza cominciò
a muoversi e riempirsi di foschia, le palpebre si facevano sempre più
pesanti ed il nulla sopraggiunse.
Dopo un
lasso di tempo indeterminato, forse un’ora o forse un giorno, i nostri
compagni cominciarono ad aprire gli occhi, la loro testa pulsava in modo
insopportabile ed avevano un forte senso di nausea mentre con difficoltà
cercavano di reggersi in piedi.
Poi la
foschia che riempiva la stanza ed offuscava la loro vista cominciò
a diradarsi, la scena di fronte a loro cominciava a prendere forma: un
gruppo di guardie, mentre stava bevendo e ridendo, giocava con le loro
armi mentre un mezzorco, il sergente che li aveva catturati, li stava osservando
ed appena vide i loro primi movimenti rivolgendosi a loro gli disse "Ben
tornati tra noi feccia di ribelli!".
Poi avvicinandosi
e sputando ai loro piedi continuò "Bene penso sia il momento di
recitare le vostre ultime preghiere!", si diresse , poi, verso la porta
ed aprendola disse loro che il contestabile aveva da fargli delle domande,
uscì dalla stanza e chiuse la porta.
Ora che
il sergente era uscito e le guardie erano distratte era il momento di tentare
di spezzare l’asse alla quale erano incatenati, ma, purtroppo questa non
cedette.
Da li a
poco la porta si riaprì violentemente ed un uomo dalle dimensioni
enormi, pesava almeno centosessanta chili, entrò come un tuono,
impugnando la Sword of Dales, e raggiunse il centro della stanza e con
voce possente disse "Sono Gunthbert Golthammer il contestabile, e ho qualche
domanda da farvi!", poi giratosi dall’altra parte ripeté "Si! Gunthbert
Golthammer il contestabile."; Evidentemente la sanità mentale non
era la sua dote migliore.
Poi direttosi
verso Kmo-Or-Gaal infilzò la spada nell’asse di legno alle sue spalle
e disse "Bene, ora dovete dirmi quelli che sono i poteri di questa spada,
e badate bene li voglio sapere tutti!".
Cosa potevano
fare la situazione non era delle migliori, dovevano riuscire a sfruttare
la stupidità di Gunthbert per riuscire a farsi liberare dalle catene
utilizzando i poteri dell’arma.
Così,
dopo vari tentativi e raggiramenti riuscirono a fargli pronunciare la fatidica
parola "Merrydale" e nello stesso istante in cui questa frase provocò
l’apertura dei loro ceppi un bagliore di luce magica pervase la stanza
e dal nulla, insieme a due teschi fluttuanti, apparve una tetra figura,
il mago della torre di Spiderhaunt, Ilthond.
Egli puntò
il suo scheletrico dito verso Gunthbert poi disse "Sei un’idiota ti avevo
detto di ucciderli!", poi, avvicinatosi toccò la spada, una scossa
colpì il contestabile che fece cadere l’arma a terra e si fece indietro
verso un angolo della stanza impaurito.
La spada,
che giaceva a terra, cominciò a vibrare ed un forza uscì
da essa andando a formare una forma eterea come quella che avevano già
visto formarsi nella torre, ma, questa non assomigliava a Mestin lo spirito
della spada, infatti aveva lunghi capelli neri che le coprivano le spalle,
la pelle di un color verde-giallognolo e le mani artigliate con una delle
quali afferrò Ilthond al collo come un serpente e cominciò
a stringere.
Immediatamente
dopo l’apparizione dello spirito, gli occhi dei due teschi fluttuanti si
infuocarono di una luce rossa ed una voce riempì la stanza "Abbracciate
le ombre, l’oscurità è scesa, Salute a Gothyl, unitevi alle
sue legioni in questa stanza."
Così,
mentre Ilthond e lo spirito combattevano i nostri avventurieri, finalmente
liberi, attaccarono le guardie e il contestabile causando la morte di questi
ultimi poi, finita la lotta, si voltarono a vedere come procedeva lo scontro
tra il mago e la creatura eterea.
Le mani
di Ilthond, attaccate all’avambraccio dello spirito, cercavano inutilmente
di liberarlo dalla presa poi, l’ultimo affondo e l’ultima decisiva stretta,
il mago appoggiò la sua mano scheletrica al muro e cercando di respirare
disse "muori strega"; gli occhi del mago cominciavano a chiudersi e mentre
il suo corpo cadeva a terra, con l’ultimo filo di aria che aveva nei polmoni,
disse "Randal Morn non valeva tutti questi problemi." E si accasciò.
Lo spirito
mollò la presa e dopo aver urlato "Si... Si... Ho raggiunto il mio
obbiettivo" svanì nel nulla.
Una volta
eliminati i problemi perquisirono i cadaveri e raccolsero tutto ciò
che vi era di interessante poi uscirono dalla stanza in cerca dei loro
equipaggiamenti e della cella di Randal Morn.
Mentre
controllavano le varie stanze trovarono un contratto in cui gli Zenthiani
offrivano delle ricompense agli orchi di Shattered Stone per la distruzione
della città, ritrovarono il loro equipaggiamento e una porta che
dava sull’esterno dalla quale proveniva rumore di battaglia; subito, Roy
pensò per quanto tempo potevano essere stati a dormire e che il
rumore di battaglia non potesse dire altro se non che i cavalieri liberi
avevano sferrato il loro attacco.
Infine
riuscirono a trovare le prigioni e nel momento stesso in cui aprirono la
porta videro una parete mobile girare su di un perno e chiudersi alle spalle
di tre uomini che uscirono da essa scortandone un quarto verso l’esterno
poi, la parete svanì nel muro.
Appena
dentro la stanza un uomo da una cella urlò che stavano portando
via Randal Morn e che dovevano fare qualcosa per impedirglielo così,
mentre Ulfius cercava il meccanismo che poteva aprire la porta segreta
Ghoom, con una prova di forza veramente incredibile, piegò le sbarre
della cella liberando il prigioniero che scoprirono essere Koril Benshay,
il quale uscito dalla gabbia chiese una spada per unirsi al combattimento.
Dopo qualche
minuto riuscirono a trovare il meccanismo che azionava la parte mobile
e riuscirono ad aprirla ed a uscire all’aperto, dove videro un carro sgangherato
con all’interno Randal Morn e tre Zenthiani che si stava allontanando dal
complesso non con pochi problemi di movimento tra la gente che impazzita
correva lungo le vie cittadine.
Immediatamente
si misero all’inseguimento, eliminando in un attimo le sei guardie che
gli si erano poste di fronte per fermarli, purtroppo però, per quanto
rallentato il carro aveva almeno cinquecento metri di vantaggio su di loro
quindi dovevano muoversi.
Durante
il tragitto alcuni arcieri Zenthiani posti sui tetti di diversi edifici
da prima uccisero dei viandanti poi si concentrarono sui nostri compagni
cercando di rallentare la loro corsa senza, però, ottenere alcun
risultato.
Erano a
circa cento metri dal carro quando uscendo dall’ingresso est facendo una
curva pericolosa una ruota si stacco causando il suo ribaltamento e mandandolo
in mille pezzi le quattro persone vennero catapultate in aria: un soldato
toccato il suolo non si rialzò più, gli altri due una volta
caduti impugnarono le loro spade e si alzarono subito per fronteggiare
i nostri avventurieri e Randal Morn finì su di un covone di paglia.
Eliminati
i due soldati i nostri amici corsero ad accertarsi delle condizioni di
Randal che seduto sul covone dopo aver scosso la testa con un grosso sorriso
disse "Ci siamo incontrati nel bel mezzo di una battaglia!", poi balzò
in piedi e disse "Chi mi può dare un arma ed una armatura?" proprio
mentre dall’ingresso est una squadra di cavalieri liberi stava uscendo
e dirigendosi nella loro direzione.
Kiros gli
porse la Sword of Dales e gli disse "Tieni questa ti appartiene", ma Randal
la rifiutò dicendo che gli aveva causato già abbastanza problemi,
poi chiese al gruppo di seguirlo che vi era una città da rivendicare.
Vennero
così scortati dai cavalieri liberi verso quello che era il vecchio
quartier generale Zenthiano diventato ora il loro e attraversando tutta
la città si resero conto che era ridotta in pessime condizioni,
molte delle case erano in fiamme, corpi di soldati dell’una e dell’altra
schiera giacevano morti, l’odore del sangue e della morte aleggiava in
essa.
Poi, quando
furono in vista dell’ingresso del quartier generale, da esso uscirono una
trentina di cavalieri capeggiati da Ariton che subito urlò "Randal"
seguito da un coro che cominciò ad inneggiare "Randal Morn, Randal
Morn...", appena raggiunsero il gruppo, i soldati presero i nostri compagni
e li lanciarono per aria urlando "Questi sono gli eroi di Dagger Falls".
Riuscirono
così a raggiungere il quartier generale e mentre Randal Morn seduto
ad un tavolo continuava a ricevere scout che gli riportavano informazioni
su come volgevano le cose, i nostri amici venivano curati e rifocillati.
Tra le
varie notizie che giunsero dagli scout la più importante diceva
che gli orchi di Shattered Stone erano accampati poco fuori dalla città
e che erano almeno trecento, forse i loro problemi non erano del tutto
finiti.
Passata
quasi un’ora Randal si rivolse al gruppo e gli chiese, con un po’ di vergogna,
se erano ancora disposti ad aiutarlo perché aveva due piccoli problemi:
il primo erano un gruppo di una ventina di Zenthiani capeggiati da Toren
il mezzorco che nascostisi nella taverna chiamata "Broken Dagger" avevano
dato fuoco a gran parte della città usando frecce incendiarie, bisognava
eliminarli; il secondo si trattava di un gruppo folto di soldati, forse
meno sanguinari dei loro compagni, che si erano nascosti all’interno dei
magazzini generali.
Per garantirsi
il loro aiuto Randal offrì loro dei possedimenti terrieri in Dagger
Falls e una ricompensa in denaro, facendo sì che i nostri compagni
già intenzionati ad aiutarlo lo fecero più volentieri.
Si diressero
subito verso la taverna Broken Dagger scoprendo che tutti gli edifici intorno
ad essa erano in fiamme e che vi era solo una piccola via che conduceva
alla taverna che non fosse impraticabile a causa delle fiamme e del calore.
Mentre
osservavano la locanda, cercavano di trovare una soluzione per poter far
uscire i soldati senza essere centrati dai cecchini armati di frecce incendiarie
posti sul tetto; poi, con un colpo di genio, Roy entrò in una delle
case posta vicino alla taverna e fatto un incantesimo la coprì con
una spessa coltre di nebbia, raggiunse i suoi compagni che lo scortarono
coperti con dei tavoli, per evitare eventuali frecce vacanti, vicino alla
Broken Dagger dove lanciato un altro incantesimo creò una sfera
di fuoco e la diresse all’interno della nebbia in modo da dare fuoco all’intera
locanda.
Fatto questo
si nascosero dietro una casa sul fondo dell’unica via di fuga e attesero
i soldati che non tardarono ad uscire e a dirigersi verso di loro.
Il risultato
della battaglia potete immaginarvelo, utilizzando anche l’aiuto di Roy
e del suo incantesimo "Ragnatela", fu di ventisei a zero, prima che l’arbitro
potesse decretare la fine della partita suonando il fischietto.
La prima
missione era terminata si poteva procedere verso la seconda.
Quindi,
si diressero verso i magazzini generali dove avevano, appunto, da svolgere
la loro seconda missione; arrivati in vista dell’edificio videro un gruppo
di una trentina di cavalieri liberi capeggiati da Dunmark che lo sorvegliavano.
Appena
il capitano li vide salutandoli si diresse verso di loro per spiegargli
la situazione, che non era certo delle migliori.
Quei maledetti
Zenthiani si erano nascosti all’interno dei magazzini generali che, oltre
a contenere svariate armi, erano pieni zeppi di provviste molto utili nel
caso di un assedio da parte degli orchi di Shattered Stone; Randal Morn,
quindi, per questo motivo aveva ordinato che in nessun caso venisse usato
del fuoco per stanare i nemici.
Spiegatagli
la situazione si avvicinarono all’edificio mentre, improvvisamente e con
lo stupore di tutti, uno straccio bianco sventolò da una finestra,
poi una porta si aprì e ne usci un uomo di mezza età fiero
e possente che si presentò con voce tuonante come il Sergente Wilton
Mortaire comandante dei cinquanta soldati Zenthiani all’interno del magazzino.
Sempre
molto deciso e fiero continuò dicendogli che se li avessero lasciati
liberi di abbandonare la città muniti delle loro armi ed armature,
e razioni di cibo per una settimana, essi non sarebbero più tornati
a Dagger Falls; poi, rivolgendosi al capitano Dunmark gli disse "da ufficiale
ad ufficiale, se lei mi garantisce ciò che le ho chiesto ce ne andremo
rispettando la nostra promessa ... in caso contrario saremo costretti a
dar fuoco al magazzino!".
Dunmark
chiese consiglio a nostri compagni, che dopo un breve consulto decisero
di concedere agli Zenthiani la libertà riuscendo, così, a
risolvere anche questo problema.
Fecero
ritorno al quartier generale che ormai era sera, Randal si complimentò
con loro per l’ottima risoluzione di quei due grossi problemi, poi, disse
loro che potevano andare a rifocillarsi in mensa e a riposarsi nei dormitori;
così fecero, provati dalla dura giornata, andarono a mangiare e
a dormire.
Improvvisamente
la quiete della notte fu interrotta e loro destati dal sonno, il suono
di tamburi echeggiava in tutta la vallata, erano le tre del mattino; passarono
pochi istanti, poi, un soldato giunse nella camerata e cercò degli
eroi di Dagger Falls dicendo che Randal Morn li attendeva nella sala principale.
SI vestirono,
recuperarono il loro equipaggiamento e ,bruciando il legno di cui era fatto
il pavimento, corsero nella stanza dove li attendeva Randal Morn che indossava
una armatura a piastre luccicante circondato da cavalieri liberi; "Gli
scout ci hanno riportato che gli orchi di Shattered Stone sono conversi
in massa a circa un miglio dalla città, il loro capo e le
sue guardie del corpo hanno eretto una grossa tenda come posto di comando.
Penso che la cosa migliore per noi sia eliminarlo.", poi si girò
verso i suoi cavalieri e disse "Jurab, prendi venti cavalieri e rafforza
l’ingresso principale. Tutti gli altri tornino alle loro postazioni ed
attendano nuovi ordini. State allerta!".
Randal
aveva ancora bisogno di loro, dovevano raggiungere un capanno diroccato
appena sopra alla locanda "Red Rock" accompagnati dall’uomo più
di sua fiducia, Kiksa un elfo maschio, poi appena gli orchi avessero attaccato
la città dovevano raggiungere il loro campo ed eliminarne il capo.
Erano ormai
le quattro quando giunsero al capanno dopo aver lasciato alle loro spalle
quella che solo ieri era la locanda di Kessla, oggi ridotta in qualche
pezzo di legno fumante, ed attesero il passaggio degli orchi.
Un fiume
di orchi, poi, si riversò verso la città che in un attimo,
come durante una piena, arrivarono sotto le mura, il cielo venne illuminato
da due grossi macigni infuocati che colpirono la città con un assordante
schianto, urla e fiamme giunsero da Dagger Falls.
Prima di
andare al campo bisognava eliminare quelle dannate catapulte, arrivarono
ad esse solo dopo che ben altri sei macigni colpirono la città,
poi, ci volle un attimo ad eliminare quei dannati orchi ed a rendere inutilizzabili
i loro marchingegni lancia sassi.
Nuclearizzata
la zona si diressero cautamente verso quello che doveva essere il campo
degli orchi, al centro di una radura nella boscaglia vi era un cumulo
di terra sul quale un orco ben vestito circondato da sei orchi, probabilmente
le sue guardie del corpo, emetteva strani suoni gutturali in una lingua
sconosciuta ai quali gli orchi nell’accampamento rispondevano correndo
freneticamente fuori dal villaggio; tutto ciò avveniva mentre un
essere, assomigliante agli orchi ma molto più alto di loro con la
pelle color azzurro ed i capelli verdi vestito con indumenti orientali
ed una strana arma lunga fra le mani, osservava posto al lato della tenda
più grande.
Una volta
che tutti gli orchi, tranne le sue guardie del corpo e questo strano essere,
abbandonarono l’accampamento i nostri amici decisero di intervenire dividendosi
ed attaccando da più lati utilizzando il fattore sorpresa; se non
fosse, che proprio prima di entrare nella tendopoli inciamparono su di
un filo posto tutt’intorno al villaggio che fece scattare un allarme.
Ashanti
e Kiros attaccarono lo strano essere dalle cui mani usci un cono di freddo
che colpite le due guerriere tramortì l’elfa che cadde a terra incosciente,
Ulfius vista la cosa intervenne subito ponendo le sue mani
sul corpo della compagna e facendola tornare alla vita.
La battaglia
continuò per diversi minuti, quello strano orco ed il capitano erano
piuttosto forti, ma alla fine anche loro perirono.
Esaminando
i cadaveri trovarono alla cintura del capitano una chiave che, dopo aver
frugato per tutto l’accampamento, scoprirono aprire una cassa che conteneva
oro, gemme e oggetti magici con una pergamena che li elencava; forse era
il pagamento degli Zenthiani agli orchi di Shattered Stone per il lavoro
che stavano eseguendo.
Tornarono
rapidamente verso Dagger Falls che era assediata dalle forze orchesche
quando, mentre stavano arrivando, una forte luce illuminò il cielo
notturno, dal ponte a sudest dei cavalieri con gli stendardi di Shadowdale
giunsero in carica rompendo le linee nemiche, poi i cancelli della città
furono aperti ed una valanga di cavalieri liberi eliminò gli ultimi
orchi in preda al panico.
Un coro
si alzò dalle mura di Dagger Falls "Lunga vita a Randal Morn
e Lord Mourngrym!"
La devastazione
era totale, gran parte della città era in fiamme, gli edifici erano
in rovina e la grande torre del mago giaceva per metà sul
terreno, i cadaveri erano difficili da contare, ma nonostante tutto i cittadini
sembravano essere felici, finalmente erano liberi.
Quando
i nostri amici giunsero nei pressi del quartier generale videro Randal
Morn entrare nell’edificio in compagnia di due altri uomini, uno molto
rassomigliante a Elminster il mago dalle vesti rosse che avevano sognato,
l’altro a loro sconosciuto scoprirono dalle parole di Kmo-Or-Gaal essere
Khelben "Bastone Nero" ben conosciuto nei Reami.
Finalmente
la battaglia era giunta al termine e loro potevano finalmente riposare
in pace e tranquillità.
Il giorno
successivo verso le undici di mattina furono svegliati da una guardia che
li informò che erano attesi nella sala principale per i festeggiamenti,
l’intera città era in fermento, erano già tutti al lavoro
per ricostruire ciò che era stato distrutto, le guardie erano più
rilassate e la bandiera di Dagger Falls e della Valle di Daggerdale sventolavano
sulle torri di guardia.
Venne fatto
un sontuoso pranzo, Randal Morn era vestito di tutto punto con una fascetta
d’oro che gli cingeva la testa che gli dava un’aria molto regale.
Al termine
del pranzo Khelben si alzò in piedi e disse "I festeggiamenti sono
terminati!", poi, usciti tutti Elminster si diresse verso i nostri compagni
dicendogli di restare nella sala e si mise al fianco di Randal Morn il
quale dopo aver posato un calice sul tavolo disse "Ora è giunta
l’ora della vostra ricompensa e dei miei ringraziamenti per aver rischiato
la vostra vita per la mia.".
Facendo
un cenno ad un soldato Randal si fece portare un grosso sacco di pelle
che conteneva oltre ad varie monete d’oro e gemme una pergamena che concedeva
al gruppo cinquanta acri di terreno nei pressi di Dagger Falls comprensivi
di materiale da costruzione e manodopera; detto questo, prese la parola
Elminster che fece apparire sulla sua mano un’altra pergamena con la quale
egli concedeva loro dieci acri di terreno nei pressi della città
di Shadowdale, poi rivolgendosi a Roy gli disse che gli offriva due mesi
di studi presso la sua torre.
Finiti
i ringraziamenti Elminster salutò e svanì nel nulla con un
lampo di luce.
Anche questa
era fatta ora li aspettava un po’ di tranquillità e di riposo e
Dagger Falls era perfetta, visto il fatto che oltre ad essere diventati
degli eroi avevano un terreno da edificare.
Ghoom chiese,
e gli venne concesso, di costruire una statua rappresentante il suo Dio
nella piazza principale della città mentre Ulfius fece costruire
un altare della sua divinità.
Roy partì
per Shadowdale in compagnia di Xavier, mentre Kmo-Or-Gaal iniziò
una relazione con la locandiera del "Red Rock" Kessla.
Comunque
tutti a parte l’elfo grigio ed il silvano rimasero a Dagger Falls.
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