Le giornate
a Dagger Falls passavano monotone senza nemmeno un orco da uccidere o un
chierico del male da eliminare; dieci giorni dopo la partenza dei due elfi
del gruppo per Shadowdale, Xavier ritornò dai compagni, il suo volto
era alterato i suoi modi di fare scontrosi, più scontrosi del solito,
Roy invece era rimasto nella torre di Elminster per apprendere qualcosa
di nuovo, di arcano e sconosciuto.
La costruzione
degli edifici dei nostri compagni proseguiva ed era quasi giunta a termine,
la relazione tra Kmo-Or-Gaal e Kessla sembrava essere seria, infatti, stava
continuando ormai da tempo.
La locanda
di Kessla era stata ricostruita più bella che mai, anche grazie
all’aiuto del denaro donatogli dai nostri amici, poteva così nuovamente
offrire calde serate ai viandanti di passaggio per Dagger Falls; ovviamente
la locandiera offrì gratuitamente alloggio ai nostri compagni ogni
qualvolta ne avessero avuto bisogno.
Erano ormai
passati quasi due mesi e mezzo e la stagione dell’Alleanza era quasi giunta
al termine i primi venti freschi scendevano dalle montagne, quando la solita
monotonia delle serate nella taverna del "Red Rock" venne interrotta.
Mentre
i nostri compagni stavano seduti ad un tavolo bevendo tranquillamente e
svogliatamente le loro birre, due cavalieri liberi entrarono in locanda
e dirigendosi al loro tavolo porsero la mano come cenno di saluto a Ghoom
e Ashanti, i quali rispondendo al saluto gliela strinsero e all’improvviso
una scossa elettrica li colpì facendoli cadere all’indietro.
In un attimo
si trovarono circondati da cinque uomini che li attaccarono, uno di loro
portava uno scudo in una mano e tre pugnali da lancio nell’altra che lanciò
a Kiros la quale appena cercò di difendersi venne attaccata alle
spalle da un sesto uomo che impugnava uno spadino avvelenato.
I due cavalieri
liberi che attaccarono Ghoom e Ashanti si scoprirono essere quelli che
tutti chiamano esperti di magia, ma che noi nani sappiamo essere niente
più che pedine degli dei.
Nel momento
stesso in cui l’ultimo dei loro nemici cadde a terra, si materializzò
nella locanda una filamentosa ed appiccicosa ragnatela che la riempì
per metà, del gruppo solo Ghoom e Kiros rimasero intrappolati, mentre
gli altri riuscirono ad indietreggiare, Ulfius e Ashanti rompendo una finestra
uscirono dalla locanda; poi, un figura umana con delle vesti nere ed lo
stemma degli Zenthiani sul petto apparve sulla soglia, "Volevate veramente
fuggire all’ira degli Zenthiani, stolti ora morirete tutti!", detto questo
cominciò a blaterare strane formule ed a gesticolare con le mani.
Improvvisamente,
una luce abbagliante, lo stregone venne colpito da un lampo luminoso che
proveniva dall’esterno della locanda, il suo corpo si illuminò poi
cadde a terra con gli occhi fumanti.
Roy entrò
nella locanda, era appena arrivato in città, "Vedo che vi date da
fare anche senza di me, bravi..." esclamò appena varcata la soglia,
l’elfo grigio probabilmente gli aveva appena salvato la vita.
Ci volle
un po’ ad eliminare la ragnatela magica, poi appena riuscì a liberarsi,
Ghoom andò a salutare il mago ed a ringraziarlo per ciò che
aveva appena fatto.
Si erano
finalmente riuniti, il gruppo era al completo, ora mancava solo un po’
di avventura.
Ripulita
la locanda si sedettero al tavolo con Roy per farsi raccontare cosa aveva
fatto durante la sua permanenza nella torre di Elminster e raccontargli
cosa avevano loro fatto a Dagger Falls; così, alla fine dei racconti
l’elfo grigio spiegò a suoi compagni che Elminster gli aveva chiesto
di andare con loro a presenziare ad una festa annuale chiamata "Il bambin"
presso la cittadina di Odiare che distava quattro giorni di cavallo da
Dagger Falls.
La festa
non era altro che un buon augurio ai bambini appena nati nell’anno e la
loro presenza come persone positive sarebbe stata di buon auspicio, avevano
cinque giorni prima che la festa avesse inizio, dovevano solo decidere
cosa fare e decisero di andare; quattro giorni a cavallo avrebbero sgranchito
le loro ossa e i loro muscoli indeboliti dall’ozio.
Mentre
discutevano, appunto, sulla proposta il comandante Dunmark "Troll" Mestin
fece il suo ingresso in locanda e si sedette al loro tavolo iniziando
a raccontargli di alcuni fatti piuttosto raccapriccianti.
Non distante
da Dagger Falls in direzione est in un’area di circa ottanta chilometri
si erano verificate strane uccisioni, erano state trovate varie fattorie
in fiamme ed i loro proprietari cadaveri, ma non puri e semplici cadaveri,
in un caso ad esempio era stata ritrovata una bambina con il corpo ricoperto
da numerosi tagli appesa al soffitto per il collo ed due persone di mezz’età,
probabilmente i genitori, sdraiati sotto di essa, con le viscere completamente
asportati, posizionati come per bere il sangue che dalla bimba gocciolava;
su di un muro vi era una scritta fatta con del sangue che citava la parola
"Contorti".
Mestin
non sapeva chi poteva aver compiuto un simile atto e quelli nelle altre
fattorie, sicuramente non era una rappresaglia degli Zenthiani, bisognava
quindi scoprire chi fossero i colpevoli per porre fine a queste barbarie,
quindi chiese ai nostri compagni se sarebbero stati disponibili ad investigare
per loro.
Considerato
il fatto che avevano già deciso di andare a presenziare alla festa
nella città di Odiare e che questi fatti erano avvenuti proprio
in una zona in quella direzione, non vi erano dubbi sulla risposta che
avrebbero dato alla richiesta di Mestin; Ghoom, in particolare, esclamò
"Chiunque abbia compiuto queste nefandezze era senza dubbio spinto da Dei
malvagi, quindi devono pagare per quello che hanno fatto ... Vanno estirpati
senza scrupoli e la mia ascia sta già fremendo!"
La serata
tra una birra ed un calice di rosso delle Valli giunse al termine, tutti
tornarono alle loro nuove abitazioni tranne Ghoom e Xavier che rimasero
a dormire in locanda e Roy che fu ospitato da Ashanti, visto che nulla
ancora si era fatto costruire sulle sue proprietà.
La mattina
seguente si ritrovarono alla buon ora e veloci come dei pony partirono
in direzione dell’est per il loro viaggio verso Odiare e verso la zona,
indicata da Mestin, nella quale erano avvenuti gli attacchi alle fattorie.
Era primo
pomeriggio quando due strane grandi creature con il corpo da leone ed artigli,
testa e ali da aquila piombarono su di loro con violenza immane colpendo
Kiros in modo grave, poi si allontanarono per girarsi e poter riattaccare;
proprio durante quegli istanti i nostri compagni cercarono di colpirli
con archi e balestre non riuscendo però nell’intento a causa della
loro inesperienza nell’uso di tali armi, mentre Roy estrasse la sua bacchetta
dei fulmini colpendoli con un lampo di luce tanto potente da far atterrare
le creature e costringerle ad attaccare da terra.
Finalmente
si giocava come piaceva ai nostri amici armi da mischia in pugno e scudo,
tranne Ghoom che estrasse la sua ascia bipenne dopo aver pronunciato la
preghiera "Aiuto".
Le due
creature divennero la cena dei nostri amici, infatti, Kmo-Or-Gaal ne fece
alcune strisce per utilizzarle la sera stessa.
Arrivarono
tranquillamente a sera, fecero il loro campo, mangiarono la carne di queste
creature chiamate Hieratospix, tranne Ghoom che mangiò la sua razione
di cibo essiccato, e andarono a dormire; la notte passò senza
alcun problema.
Il giorno
seguente furono attirati da una colonna di fumo che proveniva da dietro
una collina, così, spronate le loro montature si diressero a vedere
se quello che temevano fosse vero; purtroppo, era proprio come sospettavano
una fattoria, della quale ormai solo un ala restava in piedi, stava
bruciando inoltre due mucche ed un cavallo giacevano davanti ad essa con
il ventre aperto e le viscere all’esterno.
Si avvicinarono
cautamente alla casa sparpagliati per verificare se vi fosse qualcuno ancora
vivo quando da dietro un carro ribaltato e dall’interno della casa uscirono
sette Bugbear che gli avevano teso l’imboscata.
Ghoom si
trovò faccia a faccia con il più grosso, forse il capitano,
ed impugnata la sua ascia bipenne lo attaccò questo rispose colpendolo
violentemente con la sua mazza ma una strana forza assorbì il colpo,
come era già successo a Roy con una freccia alcuni mesi prima, il
nano prima di colpirlo gli disse "Sorpreso vero!?".
Lo scontro
terminò quando l’ultimo dei Bugbear sopravvissuto gettò la
sua mazza a terra a si sedette con le braccia conserte in segno di resa.
Interrogandolo
, dopo che Ghoom gli promise la libertà se avesse parlato, scoprirono
che il suo nome era Rugh e che non erano stati loro ad assalire la fattoria
ma bensì "Cinque forse sei uomi pelle chiara come a voi", che lui
ed i suoi compagni seguivano da qualche giorno e che oltre a questa fattoria
ne avevano assalite altre; loro entravano solo dopo che se ne erano andati
per rubare oro e gemme.
Scoprirono
,inoltre, che questi uomini risiedevano in una casa distante solo tre ore
di corsa da li in direzione sudest.
Mentre
il gruppo sorvegliava il Bugbear, Ghoom e Ashanti entrarono nell’ala non
bruciata dell’edificio per esaminarlo ma ciò che videro fu piuttosto
disgustoso.
Una donna
si trovava crocefissa al muro a testa in giù mentre un uomo posto
al contrario con un paletto che gli trafiggeva la gola aveva il suoi genitali
nella bocca della donna mentre la sua bocca era posta sulla di lei figa,
sotto di loro una grande pozza di sangue e una frase insanguinata sul muro
che riportava "Contorti".
Ghoom implorò
il suo Dio di dargli la forza di trovare ed eliminare le persone che avevano
potuto tanto, poi dopo aver benedetto i due cadaveri li staccò dal
muro e li portò all’esterno per seppellirli.
Appena
fuori dall’edificio Ghoom posò i cadaveri a terra, si diresse verso
Rugh e liberatolo gli disse "Ora per quanto mi riguarda sei libero.", poi,
rivolgendosi ai suoi amici gli disse di fare del Bugbear ciò che
ritenevano più giusto e andò a scavare le fosse per i due
cadaveri seguito da Roy.
Lasciarono
libero Rugh, finirono di seppellire le due persone e partirono in direzione
sudest dove il Bugbear gli aveva indicato l’ubicazione della casa degli
assassini umani.
Passarono
circa due ore prima che riuscissero a intravedere una casa su due piani
nel mezzo di una radura, non era in ottime condizioni, infatti, alcune
parti del tetto era crollate, le finestre al primo piano era frantumate,
le pareti esterne pericolanti, il prato in desolazione e di quello che
doveva essere la recinzione rimaneva qualche paletto e trave di legno qua
e la.
Incominciarono
a girare intorno al perimetro per cercare di passare inosservati, poi,
un paletto con una testa di cane impalata con la bocca aperta quasi a voler
ringhiare fece scattare la furia di vendetta di Ghoom, che spronato il
suo pony corse al galoppo verso la casa della malvagità; naturalmente
lo seguirono tutti i suoi compagni, non potevano lasciarlo da solo.
Giunti
di fronte alla casa Ghoom scese dal pony e estraendo la scure e lo scudo
urlò "Ghoom il Vendicatore è venuto a prendervi", qualche
istante dopo la porta dell’abitazione si aprì e cinque figure umane
uscirono; vi erano due donne, una completamente vestita di pelle nera con
la parte centrale tagliata che lasciava vedere dal petto all’ombelico,
l’altra una donna di colore con le pupille color argento e perse nel nulla,
e tre uomini, uno incappucciato con delle vesti rosse e le mani dentro
le maniche, il secondo vestito di pelle nera con due spade ai fianchi,
l’ultimo un uomo veramente enorme con una armatura a piastre e con le mani
ricoperte da guanti con dei rasoi attaccati sulla parte superiore.
Questo
grosso uomo scese qualche scalino e disse al gruppo che era meglio se fossero
tornati a casa, e forse lo sarebbe stato; ovviamente, siccome casa era
lontana decisero di restare per cena.
Così,
iniziò la più eccitante delle battaglia di Ghoom e compagni;
il grosso uomo intimidito da Ghoom e Ulfius si diresse su Kiros, Ghoom
andò sul l’uomo dalle vesti rosse, Ashanti sulla donna in pelle
nera, Roy fece un incantesimo che accecò l’uomo vestito di pelle,
Ulfius andò a dare manforte a Kiros seguito da Kmo-Or-Gaal, mentre
Xavier chiuse il suo arco composito che aveva in precedenza aperto.
L’uomo
dalle vesti rosse estrasse un’ampolla che gettata a terra creò delle
fiamme alte tre metri che circondarono Ghoom e Ashanti, l’elfa non esitò
a buttarsi tra le fiamme per poter attaccare nuovamente, Ghoom quasi in
preda alla sua furia omicida attese un attimo, mentre gli altri compagni
ingaggiarono i loro rivali in combattimento.
Qualche
instante dopo, proprio mentre Ghoom ed Ulfius venivano posseduti dalla
loro furia incontrollabile un uomo di mezz’età in vesti nere uscì
dalla casa e cominciò a parlare dicendo di scusare l’irruenza dei
suoi ragazzi e che non riconosceva nel nostro gruppo di amici ne cavalieri
liberi ne eroi quindi non potevano essere che avventurieri e a lui piacevano
gli avventurieri; finito di dire questo, Ghoom uscì dal muro di
fiamme e attaccò l’uomo dalle vesti rosse mentre Ulfius attaccò
l’uomo in armatura a piastre, ormai, erano in preda alla loro furia omicida.
La lotta
proseguiva inesorabile, Roy estrasse la sua bacchetta dei fulmini e colpì
l’uomo dalle vesti nere e la donna cieca, sfortunatamente nello stesso
istante Kiros attaccò anch’essa l’uomo dalle vesti nere venendo
inevitabilmente colpita dal fulmine magico e riflettendolo a causa dei
poteri della Sword of Dale su colui che aveva lanciato l’incantesimo; l’elfo
grigio si accasciò, fumante, a terra privo di vita.
Contemporaneamente
Xavier utilizzando il suo anello del teletrasporto apparve alle spalle
della cieca colpendola a morte, mentre Ulfius finiva, tra urla ed imprecazioni,
in una fossa profonda sette metri creata magicamente dalla donna vestita
in pelle.
Poi, uno
dopo altro i nostri compagni cominciarono a cadere sul campo, Ashanti tentando
la fuga venne colpita da una ampolla di acido che la squagliò.
Ulfius
morì all’interno del fosso mentre cercava di risalire le viscide
pareti di esso, a causa di due mani che createsi magicamente lo strangolavano
e una nuvola di gas velenoso formatasi dalla rottura di una ampolla, lanciata
dall’alchimista dalle vesti rosse, che lo soffocava.
Kmo-Or-Gaal
cadde sotto i pugni affilati del grosso uomo in armatura a piastre.
Kiros venne
charmata dal l’uomo con le vesti nere che le ordinò di pararsi davanti
a lui e di difenderlo fino alla morte, così Xavier, che si trovava
proprio di fronte al mago, vista la situazione utilizzò nuovamente
il suo anello del teletrasporto per fuggire dal combattimento.
Ghoom ormai
solo resistette in preda alla furia omicida ancora qualche minuto, riuscendo
quasi ad uccidere l’alchimista, poi, cadde atterra rivolgendo le sue ultime
parole al suo Dio "Perché grande Dio della forza mi hai abbandonato
prima che potessi compiere quest’opera per te!".
Nessun’altra
morte Ghoom, comunque, avrebbe potuto immaginare se non quella su di un
campo di battaglia combattendo contro profeti del male.
Xavier
rimase a circa cinquecento metri dalla casa a vedere morire anche l’ultimo
dei suoi compagni; poi, quando vide che quelle persone recuperati i cadaveri
e seguiti da Kiros entrarono nell’edificio, decise di avvicinarsi per osservarli.
Teletrasportandosi
nei pressi di una finestra osservò l’interno della casa, senza notare
niente in particolare, quando sentì dei rumori provenire dal retro.
Si avvicinò
cautamente e vide il mago dalle vesti nere che parlava con l’uomo vestito
in pelle mentre tenendo aperta una botola sul terreno vi guardavano all’interno,
poi la chiusero e rientrarono in casa da un porta sul retro.
Forse aveva
trovato Kiros, sentiva arrivare dalla botola come dei lamenti, si avvicinò
e l’aprì.
Grazie
alla sua infravisione vide delle sagome che si muovevano all’interno di
una grossa fossa, alcune delle quali sembravano mangiare una creatura dalla
sagoma vagamente umana.
Accese
una torcia, ma ciò che vide non gli fece piacere, delle creature
umanoidi deformi con parti del corpo cucite in modo bizzarro, con strane
sporgenze e bubboni, stavano divorando quello che era il corpo di Kiros;
nulla più si poteva fare.
Mentre
era li ad osservare, sentì dei passi avvicinarsi dall’interno della
casa, poi, la porta si aprì e nell’istante stesso in cui, azionando
il suo anello magico, svanì in un lampo di luce udì "Ma che
diavolo ..."
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